Cacciata dei mercanti

15 marzoDSCN0854

Questa scena è da mettersi in relazione alla grande affluenza di pellegrini a Gerusalemme all'approssimarsi della Pasqua ebraica. Nel portico del Tempio si era installato un fiorente mercato, attivo in quei giorni di festa. Come ci narra il Vangelo di Giovanni, Gesù trovò in questo luogo gente che vendeva buoi, colombe, pecore da offrire in sacrificio e alcuni banchi di cambiavalute. Cristo disgustato dalla profanazione del luogo sacro, lega assieme alcune cordicelle, facendone una frusta, e rovescia a terra i banchi dei cambiavalute ed esclama contro i venditori degli animali: “Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato”. Una scena rara in cui Gesù mostra la sua rabbia contro i profanatori affinché si conservi la sacralità del luogo. È un invito rivolto anche a noi per santificare la Casa del Padre, rispettare la Chiesa come fosse la nostra casa, la dimora dei fedeli assetati dell'Amore di Cristo.

Descrizione della scena:

In prossimità di un tempio reso attraverso due colonne architravate, si vedono due banchi: in uno vi si vende colombe, che, assieme ai buoi e alle pecore sullo sfondo a destra venivano usate come sacrificio, e uno dove vi è un cambiavalute con i denari da cambiare ai fedeli che giungevano al tempio. Gesù, come narra il Vangelo di oggi, fece una frusta con delle cordicelle e rovescia i banchi dei venditori, che appaiono agitati dalla presenza del Cristo e impauriti dalle sue parole. Sullo sfondo del Tempio, a dare una maggiore idea del Mercato, tessuti e ancora animali, ad evidenziare come il luogo sacro venisse trattato come un vero e proprio mercato che si nota nelle nostre città, con folle che urlavano, agitazione, imbrogli dei venditori; tutto ciò compiuto senza rispetto della casa del Padre.

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